giovedì 3 marzo 2016

Antica Roma - L'apologo di Menenio Agrippa

Materiale di Storia per le Classi Quinte - Scuola Primaria

Agrippa Menenius Lanatus
Le già precarie condizioni di vita dei plebei, si erano paurosamente aggravate a causa delle guerre che Roma aveva dovuto combattere contro Porsenna e i suoi alleati.

Il dramma della povertà aveva, inoltre, penalizzato proprio i più indifesi dal punto di vista legale e i capifamiglia che erano stati costretti a contrarre debiti e che erano insoluti, erano ridotti in schiavitù.

Vinti dalla disperazione e dalla sofferenza, i plebei abbandonarono l’ Urbe e si ritirarono su un colle, il monte Sacro, nei pressi dell’Aniene, con l’intenzione di fondarvi una nuova città.

Proprio in quel periodo un grande esercito di Volsci, si apprestava a marciare contro Roma e i patrizi, che non potevano da soli fronteggiare una guerra, tentarono, un po’ con le minacce e un po’ con le promesse di convincere i plebei a ritornare in città. Ma fu tutto inutile!

La situazione era divenuta realmente critica finché si decise di inviare Menenio Agrippa a parlamentare con quegli esiliati volontari.

Benché senatore e patrizio di nobilissima famiglia, Menenio era molto amato dalla plebe per la sua bontà. Egli si recò sul Monte Sacro e, con garbo, riuscì a persuadere i plebei a ritornare a Roma dietro promessa concessione di una più attiva partecipazione al governo della città.

Il risultato raggiunto era senz’ altro eccezionale ed egli l’aveva ottenuto narrando un semplice e toccante apologo:

Capitò un giorno che le membra umane, indignate e stanche di essere sfruttate dallo stomaco, ordirono un complotto contro di lui, decidendo all’ unanimità di non fornirgli più cibo.Esse lo ritenevano un fannullone che se ne stava in ozio a godersi il frutto del loro lavoro e che, quindi, ben meritava di essere lasciato morire per fame. Rimasto digiuno, lo stomaco cominciò a sentirsi male con somma gioia delle congiurate che assaporavano la desiderata vendetta. Passato qualche giorno, le condizioni dello stomaco si aggravarono ulteriormente fino a non dar più alcun nutrimento al corpo. Le membra si indebolirono e furono colpite da uno strano malessere i cui sintomi più evidenti erano fiacchezza, stanchezza e languore. Il decadimento sembrava irreversibile e se lo stomaco era veramente malandato, gli altri organi non gli erano da meno. Le membra compresero solo troppo tardi che il loro deperimento era in relazione con l’agonia del loro mortale nemico il quale, in effetti, si era rivelato essere meno strozzino del previsto, poiché aveva saputo ben distribuire forza e vigore.

La morale del racconto era chiara:

“Come le membra e lo stomaco sono reciprocamente legati da comuni interessi, così patrizi e plebei devono riconoscere la loro vicendevole dipendenza.”

Fonte: peppinopulzello.wordpress.com

apòlogo s. m. [dal lat. apolŏgus, gr. ἀπόλογος «racconto»] (pl. -ghi). – Tipo di favola caratterizzato da uno spiccato senso allegorico e morale: l’a. dello stomaco e delle membra, quello con cui Menenio Agrippa avrebbe convinto i plebei a porre termine alla secessione sul Monte Sacro (o sull’Aventino secondo la tradizione più antica). Fonte: Vocabolario Treccani

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